REGIONE PUGLIA AZIENDA OSPEDALIERA Ospedale Policlinico Consorziale Ospedale Giovanni XXIII PROTOCOLLO PER L’USO APPROPRIATO DELL’ALBUMINA Versione n° 01 del 29-01-07 PROTOCOLLO PER L’USO REGIONE PUGLIA APPROPRIATO DELL’ALBUMINA AZIENDA OSPEDALIERA SOMMARIO
1. PREMESSA
2. ASPETTI METODOLOGI pag. 4 2.1 Elaborazione del protocollo 2.2 Selezione delle evidenze 2.3 Applicazione e monitoraggio 2.4 Destinatari del protocollo 2.5 Aggiornamento del protocollo 3. ANALISI DELLA LETTERATURA
4. PROTOCOLLO PER L’IMPIEGO DELL’ALBUMINA
a) Indicazioni b) Dosi terapeutiche c) Reazioni avverse d) Modalità di richiesta dell’Albumina 5. BIBLIOGRAFIA
6. ALLEGATI
a) Modulo “Richiesta Albumina” b) Report dei consumi di Albumina
PROTOCOLLO PER L’USO REGIONE PUGLIA APPROPRIATO DELL’ALBUMINA AZIENDA OSPEDALIERA 1. PREMESSA: PERCHE’ IL PROTOCOLLO E’ NECESSARIO? I dati relativi al consumo dell’Albumina umana nell’Azienda Ospedaliera Policlinico di Bari nel corso del 2004 evidenziano un rilevante aumento rispetto all’anno precedente. Inoltre, dall’analisi delle richieste dell’Albumina si evince spesso un utilizzo non o poco appropriato della stessa, e quindi, non conforme ai dati di letteratura. Diversi studi e revisioni con i relativi aggiornamenti sono stati effettuati allo scopo di comparare l'efficacia dell'uso di Albumina con quello di altri colloidi o di soluzioni di cristalloidi in pazienti in condizioni critiche con ipovolemia, ustioni o ipoalbuminemia (1, 2, 3, 4, 5, 6, 12, 13). Ne risulta che l'impiego terapeutico dell’Albumina va spesso oltre le evidenze della sua utilità clinica (14). D’altra parte, maggiore attenzione dovrebbe essere rivolta all'appropriatezza prescrittiva di Albumina, anche in rapporto alle riserve emerse circa la sicurezza della sua somministrazione (13). Infatti, due meta-analisi pubblicate sulla Cochrane Library e sul British Medical Journal hanno suggerito che l'uso di Albumina in alcune condizioni critiche non determina benefici significativi, ma provocherebbe addirittura un più elevato rischio di mortalità (12, 13). Sulla base di queste evidenze, sia la FDA (Food and Drug Administration) nordamericana sia la MCA (Medicine Control Agency) inglese sono state investite della responsabilità di riesaminare la sicurezza e l'efficacia dell'Albumina. Le successive revisioni sistematiche che comprendono anche studi più recenti hanno ridimensionato tale allarmismo evidenziando comunque l’assenza di evidenze sulla riduzione della mortalità in pazienti critici con ipovolemia così come in quelli con ustioni ed ipoalbuminemia (3, 4, 5, 6). Pertanto, così come conclude la revisione Cochrane 2004, la possibilità che ci possano essere popolazioni altamente selezionate di pazienti critici nelle quali l’Albumina può essere indicata, rimane una questione aperta e, quindi, in tali pazienti questo presidio terapeutico dovrebbe essere usato solo all’interno di studi clinici randomizzati, controllati, ben mascherati ed adeguatamente dimensionati (4). L’utilizzo di Albumina è, inoltre regolato da specifica nota AIFA (Nota n° 15, aggiornata il 29 ottobre 2004 su “Revisione Note CUF”) che prevede l’impiego di Albumina umana quale farmaco di classe A solo in specifiche condizioni (15). In seguito alla crescente attenzione sull’appropriatezza e dell’efficacia degli interventi diagnostico-terapeutici, già nel 1997 nel Policlinico di Bari fu elaborata opportuna modulistica allo scopo di razionalizzare l’uso di Albumina nella pratica clinica. Tale modulistica si rivelò efficace solo in una breve fase iniziale, alla quale ha fatto seguito, purtroppo, un progressivo incremento dell’utilizzo (vedi tabelle allegate). Sulla base di queste premesse, si è ritenuto necessario un nuovo intervento consistente nell’elaborazione di un protocollo di utilizzo dell’Albumina finalizzato ad un suo uso appropriato e che si traduca anche in un contenimento dei consumi e dei costi. PROTOCOLLO PER L’USO REGIONE PUGLIA APPROPRIATO DELL’ALBUMINA AZIENDA OSPEDALIERA
2. ASPETTI METODOLOGICI 2.1 Elaborazione del protocollo
Il protocollo è stato elaborato sulla base delle evidenze scientifiche riportate in letteratura, selezionando, per ciascuna condizione patologica, quelle di più alto livello secondo la classificazione di cui al successivo punto 2.2. Sono stati inoltre esaminati protocolli e linee guida già in uso presso altre strutture ospedaliere, quali Yale-New Haven Hospital (16), Azienda Ospedaliera S. Orsola-Malpighi di Bologna (17), Ospedale Niguarda Ca’ Granda di Milano (9), Azienda USL di Piacenza (7), Ospedale di Vercelli (18). Le prove di efficacia reperite in letteratura sono state discusse da un panel multidisciplinare costituito dai componenti la Commissione Terapeutica Ospedaliera (CTO) di questa Azienda così composta:
U.O. Allergologia ed Immunologia Clinica
Il protocollo è stato, quindi, sottoposto alla valutazione dei seguenti Revisori con e-mail del 25 luglio 2006
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Dr.ssa Carmela Giannatempo U.O. Medicina Interna “Pende”
U.O. Chirurgia Generale Universitaria “Paccione”
Prof. Francesco Paolo Schena U.O. Nefrologia II
U.O. Chirurgia Generale Ospedaliera “Balestrazzi”
Il protocollo nella sua versione rivisitata è stato sottoposto dalla CTO al Comitato per il Buon Uso del Sangue. Il protocollo è stato quindi trasmesso dalla Direzione Sanitaria ai Direttori delle UU.OO. di questa Azienda Ospedaliera per la diffusione dello stesso all’interno della U.O. di appartenenza. 2.2 Selezione delle evidenze La selezione delle evidenze scientifiche ai fini della elaborazione del presente protocollo ha tenuto conto della classificazione delle evidenze di cui al Programma Nazionale Linee Guida (19) : Livelli di prova di efficacia
Livello 1: evidenza supportata da almeno due studi clinici controllati e randomizzati
(RCT) e/o da revisione sistematica di studi randomizzati
Livello 2: evidenza supportata da almeno un RCT Livello 3: evidenza supportata da studi di coorte non randomizzati con controlli
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Livello 4: evidenza supportata da studi osservazionali retrospettivi Livello 5: evidenza supportata da studi di casistica (serie di casi) senza gruppo di
Livello 6: evidenza supportata da relazioni od opinioni di commissioni di esperti e/o
da esperienze cliniche di riconosciute autorità
2.3 Applicazione e monitoraggio
L’applicazione del protocollo decorre dal 9 Aprile 2007. E’ previsto il monitoraggio dell’applicazione del protocollo nei diversi ambiti assistenziali attraverso specifiche rilevazioni trimestrali dei consumi di Albumina in relazione alle indicazioni previste dallo stesso. Per valutare il grado di adesione al protocollo sono altresì previsti audit clinici nelle aree critiche individuate dalla rilevazione dei dati di consumo. 2.4 Destinatari del protocollo
Il protocollo è destinato a tutti i Dirigenti Medici delle UU.OO. dell’Azienda Ospedaliera Policlinico che possono intervenire nella prescrizione di Albumina. 2.5 Aggiornamento del protocollo
La CTO si impegna ad aggiornare tempestivamente il presente protocollo nel caso di acquisizioni scientifiche solide che mettano in discussione la sua validità. Altre indicazioni terapeutiche non riportate nel presente protocollo, ma supportate da evidenze scientifiche non qui esplicitate, potranno essere segnalate alla stessa Commissione. Il protocollo sarà, comunque, rivisto ed aggiornato entro il 2008. PROTOCOLLO PER L’USO REGIONE PUGLIA APPROPRIATO DELL’ALBUMINA AZIENDA OSPEDALIERA
3. ANALISI DELLA LETTERATURA
Le evidenze cliniche dimostrano che l’Albumina viene spesso impiegata in due gruppi di condizioni patologiche: A) Condizioni acute, nelle quali è necessaria l’espansione volemica e il mantenimento della portata (emorragie, ustioni, interventi chirurgici maggiori, traumi e, in generale, in tutti i pazienti critici con ipovolemia); B) Condizioni croniche a bassa albuminemia (cirrosi epatica in fase avanzata, sindrome nefrosica, malnutrizione). Va precisato che l’ipoalbuminemia, di per sé, non è una condizione che giustifichi l’impiego terapeutico di Albumina (2,3,4,5,6,12,13). Infatti, da un’attenta revisione della letteratura l’impiego dell’Albumina è risultato appropriato soltanto se si verificano alcune particolari condizioni. Sono di seguito riportati i vari casi specifici nei quali l’Albumina umana è indicata come trattamento di prima, di seconda o terza scelta, oppure è addirittura controindicata. 3.1 Shock ipovolemico Nei pazienti con ipovolemia acuta l’uso di Albumina sembra correlato ad un aumento di mortalità (1,12,13) o comunque non ad una riduzione significativa della stessa o della morbidità (2,3,4,5,6,44). Pertanto, considerata l’equivalente efficacia dell’albumina e dei cristalloidi, peraltro evidenziata anche nel neonato pretermine (36), questi ultimi devono essere il trattamento di prima scelta alla luce anche dei maggiori costi associati all’uso dell’albumina. I colloidi non proteici devono essere il trattamento di seconda scelta in pazienti che non rispondono ai cristalloidi o in presenza di alterata permeabilità capillare con edema polmonare o periferico. L’uso dell’albumina risulta pertanto di terza scelta quando si verificano le seguenti condizioni: Controindicazione all’uso di soluzioni cristalloidi e di colloidi non proteici e/o non responsività all’uso combinato di cristalloidi e colloidi (8). 3.2 Ustioni I cristalloidi sono considerati di prima scelta nel trattamento dei pazienti ustionati durante le prime 24 ore. La somministrazione, in associazione ai cristalloidi, di colloidi non proteici è giustificata solo se sussistono tutte le seguenti condizioni: area corporea ustionata superiore al 50%, ustioni avvenute 24 ore prima dell’inizio della terapia, i cristalloidi da soli non sono stati capaci di correggere l’ipovolemia. La somministrazione, in associazione con i cristalloidi, di albumina può essere attuata solo quando siano contemporaneamente presenti le seguenti condizioni (8,23): PROTOCOLLO PER L’USO REGIONE PUGLIA APPROPRIATO DELL’ALBUMINA AZIENDA OSPEDALIERA
a. Area corporea ustionata superiore al 50% b. Ustioni avvenute 24 ore prima dell’inizio della terapia c. I cristalloidi da soli non sono stati capaci di correggere l’ipovolemia d. I colloidi non proteici sono controindicati
3.3 Interventi di chirurgia maggiore A) Cardiochirurgia: le soluzioni di cristalloidi sono la prima scelta, come priming solution, nel by-pass cardiopolmonare, ma l’uso associato di colloidi proteici può essere preferibile quando sia molto importante evitare l’accumulo di liquido nel tessuto interstiziale del polmone o, comunque se si ritiene importante evitare un declino della pressione oncotica, anche se il significato clinico (in termini di outcome per il paziente) di questi dati dovrebbe essere oggetto di ulteriori studi (11). I cristalloidi sono la prima scelta anche per l’espansione post-operatoria della volemia; i colloidi non proteici rappresentano la seconda scelta, ma possono essere utili quando si richieda la riduzione di un edema sistemico. L’albumina è la terza scelta, in quanto esiste una uguale efficacia dell’albumina e dell’idrossietilamido anche se non mancano opinioni discordanti. Secondo Ernest et al. solo l’infusione di albumina aumenta significativamente l’indice cardiaco, pur non differendo dalla fisiologica salina per quanto riguarda il volume dei liquidi interstiziali e il trasporto dell’ossigeno (23-24). B) Trapianto d’organo: Nel post-operatorio del trapianto di fegato l’Albumina può essere considerata utile nel controllo dell’ascite e dell’edema periferico, se sono contemporaneamente presenti le seguenti condizioni (23): 1. Albuminemia inferiore a 2,5 g/dL; 2. Ematocrito maggiore del 30%; 3. Pressione dei capillari polmonari inferiore a 12mmHg. Non esiste una definitiva dimostrazione che l’Albumina o i colloidi non proteici siano utili durante e/o dopo il trapianto di rene (21,23). C) Resezione epatica: i cristalloidi come prima scelta e i colloidi non proteici come seconda scelta dovrebbero essere considerati per il mantenimento di un volume circolante efficace (17, 21, 23). L’uso di Albumina può risultare appropriato solo nei pazienti con: a. non responsività ai cristalloidi b. controindicazione all’uso dei colloidi non proteici c. alterata funzionalità del fegato residuo d. albuminemia inferiore o uguale a 2 g/dL, dopo normalizzazione della volemia. Per qualsiasi altro intervento chirurgico l’uso dell’Albumina è sconsigliato, in quanto ad oggi mancano evidenze scientifiche a supporto del suo utilizzo sia nel corso dell’intervento che nel postoperatorio per ipovolemia acuta e grave associata ad ipoalbuminemia; quelle disponibili che, peraltro evidenziano l’equivalenza PROTOCOLLO PER L’USO REGIONE PUGLIA APPROPRIATO DELL’ALBUMINA AZIENDA OSPEDALIERA
dell’albumina con i colloidi non proteici, sono di scarsa qualità metodologica così come quelle a favore del suo utilizzo (25, 26, 27). Inoltre, una revisione sistematica Cochrane ha dimostrato che i colloidi ed i cristalloidi sono risultati ugualmente efficaci negli interventi sull’aorta (10).
3.4 Sindrome nefrosica Non vi sono evidenze che supportino l’uso di Albumina quale trattamento di prima scelta in questa condizione; appare appropriato solo se siano presenti contemporaneamente le seguenti condizioni (21, 23): a. Non responsività ai diuretici b. Albuminemia inferiore o uguale 2 g/dL (2,5g/dl in età pediatrica *) c. Edema massivo associato a segni di ipovolemia.
* su indicazione dell’esperto locale
3.5 Enteropatie protido-disperdenti e/o stati di malnutrizione Né le basi fisiopatologiche nè gli studi clinici giustificano la somministrazione di albumina esogena per ristabilire i livelli di albuminemia nei casi di malnutrizione. L’Albumina, infatti, non è un buon nutriente. La sua composizione è sbilanciata e relativamente carente in alcuni aminoacidi, potendo perciò interferire con la sintesi delle proteine e della stessa Albumina plasmatica. Per questo, e perché accelera la degradazione dell’Albumina endogena, l’albumina non deve essere utilizzata quale fonte supplementare di proteine nei pazienti che richiedono interventi nutrizionali; in questa condizione è necessario intervenire con la nutrizione enterale e/o nutrizione parenterale usando formulazioni iperproteiche. La somministrazione di Albumina può essere utile solo quando siano contemporaneamente presenti le seguenti condizioni (17,23): a. Non responsività a terapia dietetica b. Albuminemia inferiore o uguale a 2 g/dL 3.6 Cirrosi Non vi sono dati che supportino l’uso di Albumina per correggere l’ipoalbuminemia cronica nel paziente con cirrosi epatica. Tuttavia, è consigliato l’uso dell’Albumina in condizioni di: a) Cirrosi scompensata con albuminemia inferiore o uguale a 2g/dL e non responsività al trattamento diuretico, in quanto sembra incrementare la risposta al diuretico e prevenire la ricomparsa di ascite anche se non migliora la sopravvivenza (9,15, 22). b) Paracentesi evacuativa in paziente con ascite non responsiva a terapia diuretica: l’uso di Albumina è di prima scelta dopo evacuazione di grandi volumi di liquido ascitico uguali a o PROTOCOLLO PER L’USO REGIONE PUGLIA APPROPRIATO DELL’ALBUMINA AZIENDA OSPEDALIERA
maggiori di 4 L, con somministrazione di 8-10g di Albumina per ogni litro di liquido ascitico evacuato alla velocità di 16 g/ora; ciò riduce significativamente la disfunzione circolatoria post-paracentesi (20-23-40-41-43). c) Peritonite batterica spontanea (PBS): l’uso di Albumina nella condizione di PBS (caratterizzata dalla presenza nel liquido ascitico di granulociti neutrofili ≥250/ml e positività per un ceppo batterico) ha lo scopo di promuovere una espansione plasmatica atta a prevenire l’insorgenza di insufficienza renale; la somministrazione prevista è di 1,5g/Kg peso corporeo entro le 6 ore dalla diagnosi e 1g/Kg al 3° giorno e deve essere associata ad opportuna terapia antibiotica (30,42, 43). d) Sindrome epato-renale di tipo I: l’utilizzo dell’Albumina viene ritenuto appropriato in associazione a farmaci vasocostrittori (43). 3.7 Plasmaferesi L’uso dell’Albumina è appropriato in caso di ricambi di volumi di plasma superiori a 20 mL/Kg/settimana in sessioni ripetute o 20mL/Kg in un’unica seduta. I cristalloidi o l’associazione albumina-cristalloidi dovrebbero essere considerati nei ricambi di piccoli volumi di plasma (21,23,28). 3.8 Pancreatite acuta necrotizzante Allo stato attuale, non vi sono evidenze che supportino l’utilizzo dell’Albumina nel trattamento della pancreatite necrotizzante (32, 33). 3.9 Iperbilirubinemia e policitemia nel neonato L’Albumina non deve essere somministrata in associazione con la foto-terapia e comunque non prima della exanguino-trasfusione per la sostituzione del sangue (9,17,23). I colloidi non proteici ed i cristalloidi non legano la bilirubina e quindi non possono essere considerati un’alternativa all’Albumina (23). Nei neonati con policitemia, nella trasfusione di scambio per la parziale sostituzione del sangue, la riduzione immediata dell’ematocrito è leggermente maggiore con l’albumina che con la fisiologica salina, ma dopo 4 e 24 ore non sono state riscontrate significative differenze, e quindi la fisiologica salina dev’essere considerata la prima scelta (34). 3.10 Ipoalbuminemia nel neonato pretermine Una review sistematica (35) indica che non vi sono sufficienti evidenze scientifiche a dimostrazione che l’utilizzo routinario di Albumina in neonati pretermine con ipoalbuminemia riduca la mortalità e la morbilità. Pertanto, l’uso dell’Albumina andrebbe limitato a prescrizioni vagliate accuratamente dal neonatologo. PROTOCOLLO PER L’USO REGIONE PUGLIA APPROPRIATO DELL’ALBUMINA AZIENDA OSPEDALIERA
3.11 Ischemia cerebrale Non è dimostrata l’efficacia dell’Albumina in tale condizione e quindi il suo utilizzo andrebbe scoraggiato (21). 3.12 Emorragia subaracnoidea Allo stato attuale, non vi sono evidenze che supportino l’utilizzo dell’Albumina nel trattamento dell’emorragia subaracnoidea (23). L’uso dell’Albumina umana è indicato solo nei pazienti con vasospasmo sintomatico e che richiedano più di 7 L/die di soluzioni di cristalloidi al fine di mantenere una pressione venosa centrale ottimale (16). 3.13 Cicatrizzazione delle ferite Non è dimostrata l’efficacia dell’Albumina in tale condizione e quindi il suo utilizzo andrebbe scoraggiato (28). 3.14 Dati controversi In alcune condizioni cliniche i dati disponibili in letteratura risultano controversi o per la scarsa qualità metodologica degli studi oppure perché risultati di analisi statistiche non pianificate e, quindi, con un’elevata probabilità di dare un falso positivo. Pertanto, tali risultati non si possono ritenere conclusivi circa l’efficacia/non efficacia dell’Albumina: questo è il caso dei pazienti critici con sepsi grave (2) o dell’insufficienza respiratoria acuta associata ad ipoalbuminemia (45). PROTOCOLLO PER L’USO REGIONE PUGLIA APPROPRIATO DELL’ALBUMINA AZIENDA OSPEDALIERA
4. PROTOCOLLO PER L’IMPIEGO DELL’ALBUMINA
A. INDICAZIONI a.1 - Condizioni patologiche nelle quali l'impiego di Albumina è ritenuto appropriato e di prima scelta:
• Paracentesi: nel caso di volumi di liquido ascitico uguali o maggiori di 4 L con
somministrazione di 8-10 g di Albumina per ogni litro di liquido ascitico
• Peritonite Batterica Spontanea: la somministrazione di albumina prevista è di 1,5g/Kg
peso corporeo entro le 6 ore dalla diagnosi e 1g/Kg al 3° giorno e deve essere associata ad opportuna terapia antibiotica.
• Plasmaferesi: in caso di ricambi di volumi di plasma superiori ai 20mL/Kg/settimana
• Sindrome epatorenale di tipo I: in associazione con farmaci vasocostrittori.
• Trapianto epatico: in caso di albuminemia inferiore a 2,5g/dL, ematocrito maggiore del
30% e pressione dei capillari polmonari inferiore a 12mmHg.
a.2 - Condizioni patologiche nelle quali l'impiego di Albumina è ritenuto appropriato, ma solo come seconda o terza scelta scelta e/o al verificarsi di specifiche condizioni:
• Shock ipovolemico: in caso di non responsività all’uso combinato di cristalloidi e
colloidi, documentata controindicazione all’uso di cristalloidi e di colloidi non proteici.
• Ustioni: in caso di ustioni gravi (area corporea ustionata >50%) avvenute 24 ore prima
dell’inizio della terapia, nonché dopo accertata non responsività ai cristalloidi e documentata controindicazione all’uso dei colloidi non proteici.
• Ittero neonatale grave: non in associazione con la fototerapia e comunque mai prima
• Cirrosi scompensata: solo in caso di albuminemia inferiore o uguale a 2 g/dL e di non
• Sindrome nefrosica: in caso di albuminemia inferiore o uguale a 2 g/dL negli adulti
(2,5 g/dl in età pediatrica), edema massivo associato a segni di ipovolemia e non responsività ai diuretici.
• Enteropatie protido-disperdenti e/o stati di malnutrizione: solo se siano presenti
contemporaneamente diarrea grave, non responsività a terapia dietetica, albuminemia inferiore o uguale a 2 g/dL.
• Resezione epatica: solo in caso di non responsività ai cristalloidi, controindicazione
all’uso dei colloidi non proteici, alterata funzionalità del fegato residuo e albuminemia inferiore o uguale a 2 g/dL, dopo normalizzazione della volemia.
• Emorragia subaracnoidea: solo nei pazienti con vasospasmo sintomatico e che
richiedano più di 7L/die di soluzioni di cristalloidi al fine di mantenere una pressione venosa centrale ottimale.
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• Cardiochirurgia: come priming solution nel by-pass cardiopolmonare, solo quando sia
molto importante evitare l’accumulo di liquido nel tessuto interstiziale del polmone, o comunque, se si ritiene importante evitare un declino della pressione oncotica.
Nel postoperatorio: solo in caso di non responsività e/o controindicazione all’uso dei cristalloidi e dei colloidi non proteici
a.3 – A titolo di esempio si elencano alcune delle condizioni patologiche nelle quali non sussiste alcuna evidenza scientifica che abbia dimostrato l’efficacia per cui non si raccomanda l'impiego di Albumina:
• Ipoalbuminemia nel neonato pretermine.
• Intervento chirurgico diverso da quelli su riportati.
B. DOSI TERAPEUTICHE
CALCOLO DELLA QUANTITÀ DI ALBUMINA DA SOMMINISTRARE
PER CORREGGERE I LIVELLI PLASMATICI DI ALBUMINA*
Dose (g) = {[albuminemia desiderata (g/dl) - albuminemia attuale (g/dl)] x volume plasmatico (0,4 L/Kg)}x 2 La dose totale così calcolata sarà somministrata in modo tale da non superare 0,5 g/Kg/die e velocità di infusione che non deve superare la velocità massima di 10 g/h. * tranne nel caso della Paracentesi e della Peritonite Batterica Spontanea. C. REAZIONI AVVERSE
Le reazioni avverse dovute all’infusione di Albumina sono piuttosto rare e comprendono nausea, vomito, incremento della salivazione, arrossamento, orticaria e reazioni febbrili. Sono possibili anche reazioni allergiche fino allo shock anafilattico; in tal caso è necessario sospendere l’infusione e intraprendere l’opportuno trattamento. L’utilizzo di Albumina è controindicato nelle condizioni in cui l’ipervolemia o l’emodiluizione possano rappresentare un rischio per il paziente, quali: 1. Insufficienza cardiaca congestizia 2. Ipertensione 3. Varici esofagee 4. Edema polmonare 5. Diatesi emorragica PROTOCOLLO PER L’USO REGIONE PUGLIA APPROPRIATO DELL’ALBUMINA AZIENDA OSPEDALIERA
6. Anemia grave 7. Anuria renale e post-renale 8. Disidratazione (se non viene somministrata contemporaneamente una quantità sufficiente
D. MODALITÀ DI RICHIESTA DELL’ALBUMINA
La richiesta di Albumina deve essere formulata per singolo paziente utilizzando esclusivamente l’apposito modulo (Rev.n.2 Data di applicazione: …. ) Nella richiesta devono essere riportati: 1. i dati anagrafici del paziente, compreso il n° di cartella clinica 2. l’albuminemia, la protidemia totale 3. l’indicazione terapeutica tra quelle elencate, considerate appropriate Il modulo, correttamente compilato in ogni parte e corredato del referto di laboratorio relativo al giorno della richiesta o al massimo al giorno precedente, può essere consegnato al Servizio di Farmacia unitamente ai moduli per le richieste programmate di approvvigionamento farmaci. NON E’ NECESSARIO ATTIVARE IL CANALE DELLE URGENZE. Il Farmacista, dopo aver verificato la correttezza della prescrizione e, valutato che ricorrano le indicazioni appropriate sulla base del protocollo di impiego approvato dalla Commissione Terapeutica Ospedaliera, provvederà ad evadere la richiesta. N.B. Qualora la richiesta risulti incompleta nella compilazione oppure, a seguito di valutazione, le indicazioni terapeutiche non rientrino tra quelle previste dal protocollo, il Farmacista è autorizzato a respingere la richiesta, specificandone la motivazione. Conseguentemente:
• Qualora la mancata evasione sia determinata da un’incompleta compilazione della
richiesta, quest’ultima potrà essere adeguatamente corretta e ripresentata;
• Nel caso in cui la motivazione attenga a problemi di appropriatezza, il Farmacista potrà
essere contattato dal Medico prescrittore per eventuali chiarimenti. Nel caso in cui l’Albumina venga erogata in modo non coerente con il protocollo in oggetto sulla base di esigenze improcrastinabili ravvisate dal Clinico, tali richieste saranno oggetto di una valutazione periodica da parte della CTO.
EVASIONE DELLE RICHIESTE URGENTI Solo nel caso in cui non sia possibile inoltrare la richiesta nell’ambito degli approvvigionamenti programmati dell’U.O., è possibile attivare il canale delle urgenze presso la Farmacia, nei modi e nei tempi già regolamentati.
PROTOCOLLO PER L’USO REGIONE PUGLIA APPROPRIATO DELL’ALBUMINA AZIENDA OSPEDALIERA
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eseguita il………………………….………………. (allegare il referto del laboratorio analisi)La somministrazione di albumina necessita di Consenso Informato ai sensi del D.M. 01.09.1995
1a scelta: soluzioni di cristalloidi – 2a scelta soluzioni di colloidi non proteici
Shock ipovolemico 3a scelta Albumina, solo in caso di:
- documentata controindicazione e/o non responsività alle soluzioni di colloidi e cristalloidi
1a scelta: soluzioni di cristalloidi – 2a scelta soluzioni di colloidi non proteici + cristalloidi solo se
coesistono le seguenti condizioni: le ustioni interessano più del 50% della superficie corporea e sono
Ustioni
trascorse più di 24 ore dal momento in cui sono avvenute le ustioni 3a scelta: Albumina + cristalloidi solo in caso di documentata controindicazione e/o non responsività alle soluzioni di colloidi e cristalloidi
Cardiochirurgia
- priming-solution nel by-pass cardiopolmonare:1a scelta: soluzioni di cristalloidi – 2a scelta: Albumina
come priming solution nel by-pass cardiopolmonare, solo quando sia molto importante evitare l’accumulo di liquido nel tessuto interstiziale del polmone, o comunque se si ritiene importante evitare un declino della pressione oncotica. - postoperatorio: 3a scelta Albumina, solo in caso di documentata controindicazione e/o non responsività alle soluzioni di colloidi non proteici e cristalloidi
1a scelta: Albumina utile solo nel postoperatorio del trapianto di fegato se: albuminemia
Trapianto d’organo
<2,5 g/dl, Ht>30% e pressione dei capillari polmonari inferiore a 12mmHg
Resezione epatica
1a scelta: soluzioni di cristalloidi – 2a scelta: soluzioni di colloidi non proteici 3a scelta: Albumina solo in caso di non responsività ai cristalloidi, controindicazione all’uso dei colloidi non proteici; alterata funzionalità del fegato residuo; albuminemia ≤ 2g/dl
Sindrome nefrosica Albumina in caso di non responsività ai diuretici, albuminemia ≤2g/dl (2,5g/dl in età pediatrica) ed edema massivo associato a segni di ipovolemia
Enteropatie protido- Albumina solo quando siano contemporaneamente presenti le seguenti condizioni: non disperdenti e/o stati di
responsività a terapia dietetica, albuminemia ≤ 2g/dl, diarrea grave
malnutrizione Cirrosi scompensata Albumina in caso di albuminemia ≤ 2g/dl e non responsività ai diuretici
Paracentesi (*)
1a scelta: 8-10g di Albumina/ litro di liquido ascitico estratto, nel caso di grandi volumi di liquido ascitico ≥4L
Peritonite Batterica
1a scelta: La somministrazione di Albumina deve essere associata ad opportuna terapia Spontanea (*)
antibiotica. Albumina 1,5g/Kg peso corporeo entro 6 ore dalla diagnosi e 1g/Kg al 3°giorno
Sindrome epato-renale di
1a scelta: L’utilizzo dell’Albumina è appropriato in associazione a farmaci vasocostrittori tipo I Plasmaferesi
1a scelta: Albumina nel caso di ricambi >20 ml/Kg/sett. (una o più sedute). L’associazione Albumina- cristalloidi o cristalloidi da soli nel caso di ricambi di volume inferiore
Iperbilirubinemia Albumina non in associazione con la foto-terapia e mai prima dell’exanguino-trasfusione nel neonato Emorragia subaracnoidea Albumina solo nei pazienti con vasospasmo sintomatico e che richiedano più 7L/die di soluzioni di cristalloidi al fine di mantenere una pressione venosa centrale ottimale.
Formula per calcolare la quantità di Albumina necessaria per correggere i livelli plasmatici di Albumina (tranne nei casi *)
DOSE (g) = [Albuminemia desiderata(g/dl) – Albuminemia attuale(g/dl)] x Volume Plasmatico(0.4L/Kg) x 2 N° flc richiesti: Timbro e firma del Medico richiedente
(50ml al 20%)….….gg trattamento………. (250ml al 5%).…….gg trattamento……….
Firma leggibile del Farmacista N° flc autorizzati…………… Firma leggibile di chi ritira ione evasione per indicazione non prevista dal protocollo ……………………………………………………………
PROVIDER HANDOUT Estrogen Dominance and Hormone Balance The Condition Many of the most common and unwanted symptoms of Candidates menopause and the years preceding it (peri-menopause)are causally connected to the condition of EstrogenIndividuals in Menopause and/or with signs of low thyroid,Dominance, a term coined by John Lee, M.D., (What Yourfibroids, endometriosis and overall