Amici 20_10

Fuga tzigana

Antefatto

Quando il cognato ha saputo dell’exploit Londinese low cost, ci ha chiamato proponendoci un regalo diverso
dagli altri anni. “Basta con le solite cose, Vi regalo un viaggio all’estero…”
Così è stato. Partiamo per Budapest, tutta la famiglia, zio compreso.
Giovedì, 23 dicembre

Lo zio, arrivato ieri sera, uscendo dalle nuvole di fumo che ha creato consumando quattro pacchetti di
sigarette durante la notte, provocando quasi l’incendio del presepe, compreso albero di Natale e dodici
panettoni artigianali, dico dodici, dà l’allarme, cioè la sveglia.
Ci prepariamo in fretta. I figli hanno battuto tutti i record di lavaggio e vestizione mentre la mia signora
batteva i tempi, come si faceva una volta sulle navi romane quando, sotto i ritmi di un tamburone, gli schiavi
remavano con perfetto sincronismo.
Nerone, cioè lo zio, aiutato dal mio figliolo, detto Sansone, ha caricato i bagagli sulla nostra vecchia Escort
Station Wagon, che ha un vano portabagagli invidiabile. Dopo mille tentativi la Ford è riuscita a contenere i
frutti del trasloco a Budapest, che mia moglie ha ripartito in cinque valigie, tre valigette, dodici zainetti,
quattro borse ed un beauty case. Non c’era più spazio per uno spillo!
Quando ho chiesto: “Ma a chi serve il beauty? Non mi sembra che qualcuno qui presente possa migliorare!”.
Mia moglie ha preso la mia valigia, l’ha scaraventata lontano e ha detto: “Anche questa roba non serve, gli
scimpanzè non hanno bisogno d’abiti!”.
La mia figliola, detta Regina di Samba, per i suoi trascorsi alla scuola di danza, ha caricato zio e fratello,
distrutti, in auto. Mentre io tentavo di sbrinare il ghiaccio della notte dai vetri più sporchi che più sporchi non
si può, Nerone ha approfittato per fumare tre pacchetti di sigarette.
Sansone già russava con la bocca aperta e mia moglie ha gridato: “Zio! Il fumo passivo fa male!”
E Nerone ha risposto: “Bene, perché non andate a piedi a Malpensa?”.
“A piedi? – ha detto la Regina – Io a piedi? Al massimo io viaggio su scarpette con la punta e volo leggiadra
all’aeroporto!”
Si è sentito un crac crac: facendo lo “Schiaccianoci”, ha frantumato tutta la frutta secca che mia moglie
aveva comprato per Natale e aveva deciso di portare a Budapest per tradizione.
“E ora? – ha detto minacciosa – Cosa ci facciamo con questo miscuglio?”
“Puoi sempre fare i roccocò!” ho rischiato.
Mi ha colpito alla testa con una noce stagionata che mi ha tanto stordito da far chiedere l’intervento della
castagna del prete che, accompagnato da struffoli e mostaccioli, mi ha dato la benedizione facendomi
disappannare la mente ed i vetri, tanto che mi sono avviato all’aeroporto.
Abbiamo lasciato l’auto al parcheggio Malpensa 2000 che è la data d’inaugurazione dell’aeroporto
internazionale, pare in via di demolizione: è ritenuto essere una cattedrale nel deserto e mancano le
infrastrutture.
Io affermo che non è giusto, che bisogna incrementare il turismo e i viaggi d’affare e inizio un discorso contro
il Governo che è ladro se piove, ma se c’è il sole si fa ladro nella nebbia.
Mia moglie dice: “Pensa al check in!”
Sono scoppiato in lacrime, pensando alle ultime analisi, alla glicemia ed ai tricliceridi alti che mi son ritrovato,
ma quando l’assistente ha chiesto di mettere sulla bilancia, non ce l’ho fatta più e ho gridato:
“Anche lei, adesso, comincia col peso, con la dieta che sono fonti di tutti i miei mali!”.
“Mi riferivo a loro, Le metta sulla bilancia!”.
Ho preso mia moglie e mia figlia e le ho messe sulla bilancia.
L’Assistente: “Il peso è superiore al concesso!”.
Disgrazia. Mia figlia, la Regina, è scoppiata a piangere dicendo che lei, taglia 42, è in dieta da tre settimane!
Mia moglie invece si è messa ad urlare dicendo che lei aveva smesso la dieta che aveva fatto per tre anni.
“Non si direbbe… “ ha detto l’Assistente e da lontano si è sentita una voce:
“Confermo! La signora ha fatto una dieta ed è dimagrita 30 chili!”. Era la dietologa che al banco di partenza
per le Seychelles, doveva andare a prendere possesso del villaggio turistico che ha comprato con i nostri
soldi.
“Ma mia moglie li ha ripresi, i chili!” ho gridato.
E la dottoressa: “Va bene. Ci rivediamo nel mio studio, al mio ritorno! Caso mai per vostra figlia.”.
Sono svenuto sotto il metal detector.
L’arrivo al rinnovato aeroporto di Budapest è stato in orario. Pensavo di ritrovare le guardie con mitra spianati che mi avevano ricevuto nel 1991, ma molta acqua è passata sotto i ponti e l’impressione è di gran democrazia. Quando la figlia è andata a chiedere informazioni in inglese, my wife ha risvegliato la woman che è in lei da quando siamo andati a Londra e l’ha seguita. Ad ogni domanda e, peggio, ad ogni risposta, è intervenuta capendo fischi per fiaschi. Alla superprecisione linguistica della figliola, ha contrapposto un inglese-napoletano che alla fine ha talmente coinvolto l’Assistente turistica che invece di indicarci come arrivare al Danubio ci stava spedendo alle pendici del Vesuvio, mentre gli altoparlanti invece della famosa canzone “Danubio Blu” diffondevano in tutto l’aeroporto “Nel blu dipinto di blu”. Siamo andati ad aspettare i taxi che abbiamo prenotato. Dopo mezz’ora mi viene il dubbio che ogni compagnia aveva la sua pensilina d’attesa. I miei figli mi hanno aggredito, perché non sapevo rimanere in fila, come fanno tutti quelli che sono passati almeno una volta per l’Inghilterra e facevo notare a tutti d’essere “italiano”. Quando i pianti disperati di due tassisti, a due km di distanza, ci hanno fatto capire che stavano aspettando noi, abbiamo preso i bagagli e ci siamo infilati nei taxi. Mi sento ancora sullo stomaco il peso del beauty case di my wife, che prima ritenevo inutile, ma ora anche indigesto! L’Hotel, quattro stelle, è in posizione magnifica, sulla riva di Buda del Danubio, di fronte al Parlamento e al centro di Pest. E un Budda nero come la Peste sembrava zio Nerone: gli avevano assegnato una camera non fumatori e lui aveva già sigaretta in bocca e due pronte per essere accese. Gli hanno dato una camera fumatori: è sparito nella nebbia con le valigie e quattro stecche sottobraccio. I nostri figli nella loro mega-camera avevano già captato tutte le TV del mondo e piangevano al passaggio di RAIUNO sullo schermo perché a Porta a Porta c’era il Cavaliere che illustrava il programma 2005, uguale a quello del 2004 con 1 euro di tasse in meno e tanti aumenti in più! Dal balcone della nostra camera, vista sul fiume e sui ponti: il ponte delle Catene, quello di Elisabetta, quello della Libertà…. Con un profondo sospiro dico a mia moglie: “Ho realizzato un sogno: sono tornato con tutti voi in terra magiara!” “Caro! Tra sogni e magia, cerca di fare l’astronomo e prevedi come funziona il telecomando!” “Ma come? Devi guardare la TV?” “Adesso no, ma pensi che stasera avremo qualcosa da fare?” Abbiamo mangiato alla…pizzeria Marzano. Ottima la pizza ai funghi porcini e grana… Poi subito ci siamo messi in moto. A piedi e in metropolitana (la prima costruita in Europa) abbiamo raggiunto Piazza Vorosmarty col mercatino di Natale. Questi mercatini si somigliano tutti: cappelli guanti e sciarpe di lana pesantissima, che nemmeno un eschimese indosserebbe mai e poi oggettini di vetro, souvenir di plastica e così via. Cose da mangiare. Tutto il mondo è paese: gli uomini che s’abbuffano con involtini e vin brulè, donne che ingoiano salsicciotti enormi, bimbi che trangugiano castagne bollenti e noccioline americane. E’ la globalizzazione. Nella via dei negozi, via Vacy, le insegne sono sempre le stesse: Nike, Foot Loocker, Mc Donalds, Intimissimi, Benetton, Burghy e Stefanel…. “Babbo! Sembra di essere in Corso Buenos Aires….” “Proprio per questo motivo, figliola, t’invito a non comprare niente!”. Mentre zio Nerone comprava dodici stecche di sigarette, mio figlio Sansone acquistava molle e tiranti da palestra, my wife è entrata in un negozio d’abbigliamento e mi ha comprato una sciarpa di quindici metri. “Mettila. Qui fa freddo! Siamo vicini alla Siberia!”. “Ma non dire sciocchezze, cara! Fa caldo come a Milano!”. Mi sono ritrovato avvolto completamente: solo gli occhi mi si vedevano. Due ragazze in minigonna, alte bionde e occhi verdi mi hanno guardato e, ridendo, hanno detto: “Devesky esser Uomo Talianosky: ormai usano burka per nascondersi. Non sonosky più very masky latini!”. In piazza degli Eroi ha cominciato a fioccare e la Ruota del millennio inesorabilmente segnava il tempo con
la sua enorme clessidra.
“Papy, è ora di cena….” Sansone ha cominciato a borbottare insieme al suo stomaco.
Il freddo aumentava e mentre rimproveravo zio Nerone che fuma troppo, lui si è ribellato mostrandomi che
non fumo, ma calore corporeo usciva dalle narici arrossate. Sembrava un toro arrabbiato e mentre la piazza
assumeva la forma di un’arena e mi preparavo ad una corrida senza scampo per me, mia wife ha gridato:
“Picasso!”
“Non ti preoccupar, Angelita! Lo mato e son por ti!”.
“Picasso, Matisse, Renoir,… Caro! C’è una mostra di quadri, entriamo!”.
Siamo entrati per scaldarci, per interesse artistico o per scampare dal toro? Non lo saprò mai. Ammetto che
la mostra era interessante, quadri stupendi anche se , al solito, di Picasso non ho capito un casso!
Cena in un locale tipico, ottima. Zuppa gulyas e carni varie con gnocchetti e dolci meravigliosi.
I fiori sul tavolo freschi e profumati, la candela diffondeva una luce fioca e romantica. Mentre zio Nerone
fumava nascosto sotto il tavolo, Sansone divorava la millesima crèpe al cioccolato, mia figlia a dieta gustava
un tiramisù da due chili e my wife assaggiava soltanto tutti i dessert del menù: dodicimila!
Il Danubio, di notte, illuminato dalle luci dei magnifici palazzi d’epoca, ha un fascino incredibile. I pochi
fiocchi di neve hanno imbiancato le rive. La luna fa capolino in un silenzio assoluto. Interrotto soltanto dal
forte russare degli stanchi ospiti delle camere 721 e 722 non fumatori, 723 fumatori….Ungheresi per caso.
Venerdì, 24 dicembre:
Giornata dedicata alla visita di Buda. Collina ricca di storia e d’arte. La funicolare ci ha portato in 3 secondi 3
al Palazzo Reale, al Castello, al Teatro, al Centro storico con la splendida chiesa di Matyàs, il bastione dei
Pescatori che offre un magnifico panorama sul Danubio, i suoi ponti, il Parlamento e Pest.
Foto, foto e foto. Devo vendicarmi di un rullino non avvolto che affondò i miei ricordi scattati nel ’91!
“Calmati, caro! Sembri Newton alle riprese di Marilyn Monroe!”.
“No, cara! Mi sento Henri Cartier Bresson alle riprese della realtà che mi circonda!” ho detto scattando,
scattando, scattando.
L’ambulanza è arrivata in pochi attimi. Gli infermieri hanno tentato in tutti i modi di togliermi dalle mani la
digitale. Aiutati da Sansone, hanno cercato di infilarmi la camicia di forza. Mia figlia sul bastione si è messa a
ballare il “Canto del Cigno”. Zio Nerone faceva fumate nere.
Quando my wife ha convinto il medico che ero da molto tempo in astinenza magiara e che avevo pianto
tantissimo quando il fotografo mi aveva consegnato il vergine rullino della prima volta a Budapest, la gente
presente ha applaudito per il mio amore per la città, mia figlia si è messa a ballare su note di “Và pensiero”.
Mi hanno issato, con l’aiuto di Sansone, sul monumento di Matyàs, gridando: “Habemus Papà!”.
Solo allora zio Nerone ha emesso una fumata bianca e lungo tutto il Danubio violinisti tzigani hanno suonato
“Lacrime napulitane”.
La tragedia è scoppiata alle 12,30. Sansone ha cominciato con i brontolii della fame e ci ha costretto a
sospendere visita e riprese fotografiche per scendere in città a fare colazione. La scoperta è stata graduale
e sofferta: prima troviamo chiusi gli etterèm (ristoranti), poi la czarde (osterie).
Optiamo disperati per tornare col metrò alla Pizzeria Marzano: chiuso. Di nuovo metrò per andare da
Burghy: chiuso. Mc Donald sarà aperto: km a piedi e….chiuso!
Mentre Sansone si tirava i capelli e i peli della barba, mia figlia non riusciva ad alzarsi sulle punte, my wife
mangiava le unghie e zio Nerone divorava tredici sigarette, ho visto un locale aperto.
Abbiamo mangiato uno schifo, in piedi, pollo e riso “Scotto”.
Sapevamo che i musei nei giorni di Natale erano chiusi, ma non che gli ungheresi alla vigilia chiudevano
tutto e correvano a casa per abbuffarsi peggio di noi italiani!
Pensiamo di prendere il metrò e andare in giro: chiuso. Bus: fermi.
Chiediamo ad un passante: “Ma…il capitone, almeno, lo mangiate?”
“Capythone si! E anche insalatoska di rinforzo e cotekino e lentycchye. Two spaghetty a vongole in bianco, pizza con skarola, olive di Kaeta e capperi, pizze fritte e baccallah…” “Ma….uguale a noi!” “Gvazie! My pate era di Torre del Greko!”. Sono svenuto ricordando il profumo di un’impepata di cozze. Abbiamo girato tutto il pomeriggio, visto mille caffé dall’arredo ottocentesco, affreschi e lampadari di Boemia….Chiusi. Visto vetrine di pasticcerie piene di torte enormi e cioccolatini assortiti. Chiuse. Negozi chiusi. Mi scappa: “Stiamo risparmiando un sacco di fiorini!”. Subito tutti in coro: “Prenotiamo un ristorante per stasera! Mica possiamo mangiar fiorini, cavolo!”. “Cavolfiorini, si, però!” mi permetto di mormorare. Un sigaro toscano enorme mi si abbatte sulla testa: zio Nerone lo stava accendendo per non fumare sigarette. Barcollando, sono caduto su una panchina e la testa si è posata su un cuscino morbido e caldo: erano le lunghe cosce di una ragazza ungherese dai capelli rossi e occhi verdi che mi ha sorriso. “Mamma!” ho avuto il tempo di dire, quando un secondo colpo mi ha raggiunto. Mi moglie mi ha spaccato sulla testa l’ombrello di riserva e ha gridato: “Ma che mamma?! Quella è Pippi Calzelunghe!”. Mi ha trascinato via per i pochi capelli che mi ritrovo, lasciando sulla neve una scia d’argento: le mie lagrime… Abbiamo cenato in un ristorante tipico. Arredamento classico, lume di candela. Al pianoforte una specie di Mr Bean simpaticissimo, che suonava musica internazionale. “Voglio la musica gitana! Andiamo via!” Non ho avuto tempo di finire: erano già tutti a tavola, davanti a zuppe ai funghi, gulasch e patate, cotolette di maiale enormi alla paprika forte e dolci megagalattici. Ho ceduto anch’io. In fin dei conti la musica internazionale fa bene alla digestione.
Sabato, 25 dicembre:
Ieri sera, figliola con 37,5° di febbre. Stamani: Sansone con 39,5° di febbre. Mentre la prima decide di uscire
ugualmente, il secondo sembra un leone ferito, non si regge in piedi. C’invita ad andare in giro.
“Non potete rovinarvi il Natale per colpa mia. Andate, andate!”.
Mentre my wife inveiva contro Babbo Natale che in Ungheria porta la febbre invece che i regali, zio Nerone
accendeva una sigaretta dopo l’altra appoggiandole alla fronte del Sansone e risparmiando i fiammiferi.
Siamo andati a visitare il Parlamento, stile gotico, ricorda Westminster o il Duomo di Milano….
Nella piazza, una pista di pattinaggio. Bellissimo vedere la mattina del Natale tanti papà accompagnare i figli
a pattinare. Ragazzi e bimbi di tutte le età si cimentavano liberi in mille movimentazioni.
La Regina del Samba aveva voglia di danzare sul ghiaccio e ha messo un piede sulla pista proprio mentre
tentavo di fare una foto. Per non cadere, si è appoggiata al mio braccio, la macchina fotografica è volata a
trenta metri d’altezza, scattando foto a destra e a manca.
Siamo stati circondati dalle Guardie del Parlamento che ci accusavano di aver fatto riprese segrete al
Palazzo.
My wife ha sequestrato un baby-pattinatore di 1 anno e, col suo inglese arrabbiato, ha fatto capire che se non ci avessero lasciato liberi, avrebbe detto alla Befana di non portare doni ai bambini ungheresi. Le guardie sono andate via, ma un bombardamento di palle di neve ci ha colpiti in pieno e con tale violenza che siamo scappati a piazza della Liberazione. “Non capisco perché quei bimbi l’hanno avuto tanto con noi!” “E’ chiaro – ha detto la figliola – siete la brutta copia di Babbo Natale e Befana!”. Visitiamo la bella chiesa di S. Stefano. Ci ha colpito la maestosità ed i due campanili che si vedono da tutta Budapest. In un’urna c’era un pezzo di mano destra del Santo. “Strano che gliela abbiano tagliata – dice my wife – In genere queste cose si fanno ai ladri. Lui è Santo!”. “Madame, non c’è nulla di strano. Anche vostro Berlùsk essere Santo, eppure hanno lui tagliato pene: è stato assolto da tutti suoi peccati!”. In serata, abbiamo fatto portare in camera un piatto di pasta a Sansone. Lui si era profumato e messo il pigiama nuovo, aspettando una cameriera dai capelli neri e gli occhi verdi che aveva visto a colazione. E’ arrivato un ragazzo con un piatto di penne all’arrabbiata. Sansone ha cercato di infilzare con la forchetta due penne, ma non erano al dente ed il fallimento è stato totale. Il sugo era così forte che zio Nerone ha acceso trentaquattro sigarette poggiandole sul bordo del piatto, risparmiando ben ottantaquattro fiammiferi ottantaquattro. Siamo andati a ristorante. Musica tzigana. Le zuppe erano più piccanti del solito, i violini sembravano impazziti: la musica entra nel sangue. La mia figliola, presa dall’estro magiaro, sceglie di mangiare uova di quaglia. Ne portano una. E’ la fine: un sapore di marcio le percorre in un attimo l’intero intestino, risalendo alle orecchie da cui si sono sprigionati lapilli e vapori paragonabili a quelli dell’eruzione del Vesuvio. I violinisti hanno intonato “O sole mio!” mentre zio Nerone accendeva tre pacchetti di sigarette dalla cenere incandescente. Tutti si sono alzati dai tavoli e si sono messi al centro della sala a cantare “’O surdato ‘nnammurato” pensando che Lui, il fortunato comasco, avesse avuto la promozione ad Ufficiale della Legione Straniera invece della Laurea in Lingue e Letteratura Straniera! In Hotel, figlio con febbre a 39° e figlia con continue sedute all’Imodium. Lo zio Nerone ci ha chiamati chiedendoci una lira. Abbiamo detto che avevamo solo fiorini. Siamo andati a letto in un caldo infernale. Non riuscendo a dormire, sono andato alla finestra e ho visto una strana luce rossa sul Danubio. Budapest sembrava a fuoco. Zio Nerone sul balcone aveva in mano un fiorino che tentava di far suonare e cantava incantato al suo capolavoro: aveva acceso duemila sigarette e aveva creato l’effetto Roma. Mia figlia ha guardato la luna ed ha gridato: “Oddio! Ha la forma d’uova di quaglia!”
Domenica, 26 dicembre:

Dopo una movimentata notte (pompieri che accorrevano inutilmente, la figliola a tirar sciacquoni, Sansone
che emanava calori tachipirinici….), ci siamo svegliati in forma. Colazione abbondante all’italiana e via,
lontano da Budapest dove ormai eravamo ricercati anche dall’Interpol.
Siamo andati in gita col treno a Szentendre: un paesino di croati esuli in Ungheria, artigiani della ceramica in
porcellana. Acquisti di souvenirs. Pranzo croato: insalata, cotoletta alla milanese e patatine fritte….
Ultimo giorno: pioggia. Abbiamo trovato il Museo dell’arte in marzapane: opere stupende. Zio Nerone va
matto per il marzapane. Alla Fiera degli Oh bej, Oh bej a sant’Ambrogio era uno dei maggiori acquirenti di
frutta e finte salamelle di marzapane. Ci ha rimesso trentaduemila denti. Ma gli piace.
Abbiamo visto la rappresentazione di favole e cartoni animati, di personaggi storici e monumenti famosi in
marzapane. Siamo andati via contenti. Anzi siamo andati via correndo: si erano accorti che tutte le opere
erano sparite. Zio Nerone, con lo stomaco dilatato a mongolfiera, aveva fatto fuori tutto e ora fumava una
sigaretta per digerire.
Alla polizia locale abbiamo dovuto spiegare che trattasi di malattia infantile e che lo Zio si impegnava a
restituire tutto alla dogana.
A sera, un altro ristorante tipico: musicisti tzigani, di peso. Il violinista, somigliante leggermente a Prodi,
pesava almeno 150 kg, gli altri mediamente 120! Solo il sassofonista era magro. Abbiamo chiesto perché e
ci hanno risposto che era lontano parente di Fassino.
I musicisti ci hanno dedicato una canzone. Mille fiorini di ringraziamento.
Poi hanno chiesto da dove arrivavamo e hanno dedicato alla figlia, forse perché andava su e giù per la
toilette: “Funiculì, funiculà”,. Mille fiorini.
Rivolti alla mia signora hanno suonato: “Dicitincelle vuje”. Mille fiorini.
Hanno guardato me e mio cognato. Abbiamo fatto finta di niente. Ci hanno lasciato sul tavolo il loro CD.
Cinquemila fiorini.
A questo punto sono salito sul tavolo e mi sono messo a cantare: “Volga! Volga!” e loro, che ancora
ricordano la dominazione sovietica, sono scappati abbandonando gli strumenti.
Mentre guardavamo il violino, una vocina timida ha chiesto: “Prego centomila fiorini!”.
Un cameriere molto indeciso, sembrava iscritto alla Margherita di Rutelli e ogni volta che doveva servirci
qualcosa sembrava chiedersi: “Servo o non servo? Servo o non servo?.”
Mia figlia: “Senta, faccia quello che vuole, ma non porti uova di quaglia!”.
Mia moglie, stanca delle continue traduzioni universitarie della figliola, ha chiesto direttamente al poverino:
“One caraffa of wine!”
La ragazza è scoppiata in ire: “Ma come parli? Ma che ne sa quello della caraffa? Che figura!”.
Il cameriere è tornato con il boccale di vino.
My wife alla figlia: “Sei tu ignorante! Il mio è un linguaggio internazionale!”.
La ragazza, talmente offesa, è salita sul pianoforte e si è messa a ballare “Le quattro stagioni di Vivaldi”,
saltando da un tavolo all’altro e schiacciando uova di quaglia e non solo!
Hanno deciso la chiusura del locale.
Sono accorsi i musicanti ed il cameriere: “Thank you, signorina. Possiamo andare a riposare: diecimila
fiorini per lei!”.
Lunedì, 27 dicembre:
Siamo partiti in orario: l’aereo è atterrato a Malpensa in orario.
All’aeroporto ci aspettavano il Console Ungherese a Milano e la Banda di Affori in divisa speciale. Con gli
onori che sono conferiti soltanto agli Eroi, ci hanno accompagnato in sala stampa dove in una conferenza
organizzata dal ministro degli Esteri ci hanno intervistato giornalisti di tutto il mondo.
“A zì Nerò! Seje er mejo! Hai restituito il marzapane e facenno crede a Budapest d’esse a foco come ‘a
Roma, so finiti i tempi cupi! Mò se comprano Totti e Cassano e noiantri vinceremo lo scudetto in tutti i
Sensi!”.
Zio: “Ho rimesso tutto per cattiva digestione e poi, scusatemi , io volevo solo fumare tante sigarette, perché lì
costano de meno!”.
“Mr. Sansone, You are very important person! You had liberato l’Ungheria da tutti I virus influental! How do
you are?”
Sansonetto: “I’m fine, thanks. But I had solament febbre di crescita, come ogni anno. I’m più alto di tre
centimeter! The virus li ho lasciati nel piatto di penne all’arrabbiata!”.
“Madamoiselle Reginà, Vous etè verament grandiose! Con votre rilassement d’ovo de quagle, vous avè
eliminet le marcium de commerce abusif d’uccellin vers le Pays dell’Est!”
Reginette: “Merci beaucoup. Ma je ho sempicement sentit la musique gitain et non ho resistit a ballar la
danze du ventre!”.
Delusi, tutti i giornalisti sono andati via, tranne uno, un cinese che ha chiesto a me e my wife:
“Peldonatemi, Signoli! Vollei sapele da Voi se è piaciuta più Londla o Budapest…”
Noi due ci siamo guardati negli occhi e insieme abbiamo gridato:
“Esistono voli a basso costo per Pechino?”
Martedi, 28 dicembre:
Dai giornali cinesi:

“Il Governo di Pechino ha rinunciato ad organizzare le Olimpiadi del 2008!”
“La Grande Muraglia verrà estesa per chiudere tutti i confini della Cina”.
“I fondi destinati ai Giochi del 2008 dirottati al Ministero della Difesa!”
“Occhi aperti contro i due coniugi italiani: il loro effetto peggiore di mille atomiche!!!”
Epilogo:

Sono stato comandato di andare a fare provviste al supermercato. Girando, ho cercato qualcosa che mi
ricordasse i gusti magiari.
Ho cellelurato a mia figlia:
“Ho trovato le uova di quaglia, le prendo?”.
Attualmente sono in tele…coma, ricoverato presso il mio ufficio al 4° piano di via Pirelli, reparto malati infetti
da ISDN.
Non posso ricevere telefonate, fax, tantomeno e-mail.
Ogni tanto mi portano una scodella di zuppa di cipolle preparata da Alice.
Sono tutto fasciato in banda larga e riesco a parlare solo a bassa fonìa.
Forse uscirò per Pasqua, quando le uova saranno solo di cioccolato!

Source: http://www.gents.it/public/upload/diario/20%20Diario%20Budapest%2004.pdf

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Views on possible improvements to emissions trading and the project- based mechanisms Submission of the Climate Action Network International March 2009 The Climate Action Network International (CAN) welcomes the opportunity to provide input on discussions about the future of the flexible mechanisms. CAN is a coalition of more than 450 environmental and development non-government

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Design and synthesis of aryloxyalkylamines as h5-HT1B agonists with potential analgesic activity. A. M.Ismaiel, L. M. Gad , Salah A. Ghareib , F. H. Bamanie & M. A.Moustafa Pharmaceutical chemistry department, * Pharmacology &Toxicology department, Faculty of Pharmacy. King Abdulaziz University,Jeddah,KSA. It has been proposed that h5-HT and receptors agonists ar

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