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Monografia parzialmente tratta dal Convegno omonimo MIGRANTI:
TRANSCULTURALITÀ
ED ESPERIENZA IMMAGINATIVA
a cura di Alberto Passerini e Maurizio Talamoni presso l’Università degli Studi di Pavia Scuola Internazionale di Specializzazione con la Procedura Immaginativa srl www.sispi.eu – segreteria@sispi.eu – t/f 02 76390359 in collaborazione con l’Università degli Studi di Pavia Alpes Italia srl - Via Cipro 77 - 00136 Roma tel./fax 06-39738315 - e-mail: info@alpesitalia.it - www.alpesitalia.it Copyright Alpes Italia srlVia Cipro, 77 – 00136 Romatel./fax 06-39738315 Alberto Passerini: Psichiatra e Didatta del G.I.R.E.P.; ha fondato la S.I.S.P.I nel 2007 e l’Istituto di
Psicologia Clinica Rocca-Stendoro nel 1991; già docente di Psicologia Clinica e docente di Psicote-
rapia Psicodinamica presso l’Università degli Studi dell’Insubria; ha insegnato presso l’Università di
Roma Tor Vergata. Dagli Anni Ottanta svolge attività clinica e didattica con l’Esperienza Immagi-
nativa.
Maurizio Talamoni: Psicologo, Psicoterapeuta; S.I.S.P.I., Milano-Roma.
Tutti i diritti letterari ed artistici sono riservati.
È vietata qualsiasi riproduzione, anche parziale, di quest’opera.
Qualsiasi copia o riproduzione effettuata con qualsiasi procedimento (fotocopia, fotografia, microfilm, nastro magnetico, disco o altro) costituisce una contraffazione passibile delle pene previste dalla Legge 22 aprile 1941 n. 633 e successive modifiche sulla tutela dei diritti d’autore Presentazione
(A. Passerini, M. Talamoni).
Prefazione
(E. Feroci) .
Identità migranti
(M.A. Zanetti) .
I dilemmi delle società multietniche
(A.R. Calabrò).
Cittadinanza e migrazione. Dall’integrazione nazionale alla partecipazione
locale
(G. Mattiazzi) .
Migrazione e traumatismi del ricordo
(R. Boccali) .
La rêverie come fenomeno di soglia
(L. Scarabelli).
Di nessun luogo: il migrante tra identità e transculturalità
(M. Talamoni) .
Esperienza Immaginativa e cesura della migrazione
(M.B. Biaggi) .
Triste e bella come una betulla”, dalla Polonia all’lnsubria
(A. Passerini) .
Renato Boccali, Professore Associato, Università IULM (Milano).
Anna Rita Calabrò, Associato di Sociologia, Università degli Studi di Pavia.
Maria Bernadette Biaggi, Psicologa, Psicoanalista, Istituto Biaggi (Belo Horizonte
Enrico Feroci, Presidente Caritas Diocesana, Roma.
Giulio Mattiazzi, Dottorando di Ricerca, Centro de Estudos Sociais dell’Università
Alberto Passerini, Psichiatra, Psicoterapeuta, Didatta del GIREP** di Parigi.
Laura Scarabelli, Professore a Contratto, Dipartimento di Scienze del Linguaggio e
Letterature Straniere Comparate, Università degli Studi di Milano.
Maurizio Talamoni, Psicologo, Psicoterapeuta, SISPI* (Milano, Roma).
Maria Assunta Zanetti, Associato di Psicologia dello Sviluppo, Università degli Studi
* SISPI – Scuola Internazionale di Specializzazione con la Procedura Immaginativa(www.sispi.eu).
** GIREP – Groupe International du Rêve-Eveillé en Psychanalyse di Parigi (www.girep.com).
Con una autonomia esistenziale incrinata, sconvolta, con l’io vacillante, con la personalità ridotta in briciole, con il corpo che lo tradisce, lo impaccia, con il sessoche si assenta, col respiro che anch’esso manca, l’uomo espatriato finisce col du-bitare del corpo, tenta di separarsene e, soprattutto, di recuperarlo, di raccoglierlo,negli altri, quelli che non lo guardano, che non lo vedono, quelli infine che lohanno talmente negato da portarlo dentro di sé, diventandone la tomba, diventatila sua morte (Ben Jelloun 1999).
L’identità, nel caso delle minoranze, si esprime nell’identificazione in una co- mune appartenenza etnica, in un noi collettivo e si rafforza nel riconoscimento ditale appartenenza da parte degli altri in un loro collettivo. Mentre i diritti non sonoqualcosa di spontaneo che nasce come un fiore nel prato, ma piuttosto un fioredi serra, da coltivare con passione e ragione, il primo problema di un migranteche arriva in Europa non è solo quello di essere incluso formalmente, ma di poterpartecipare, anche informalmente, alle dinamiche della società. In questo caso,“partecipare” significa vivere: lavorare, consumare, usufruire dei servizi, indipen-dentemente dall’essere o meno cittadini dello stato. La discriminazione percepitaè un elemento centrale per la comprensione dei meccanismi di costruzione iden-titaria in una minoranza etnica (Erikson, 1968).
Quando nella cesura da migrazione si verifica un collasso in direzione della sim- bolizzazione, la psicoterapia con l’Esperienza Immaginativa può facilitare la crea-zione di un recipiente sensoriale ordinato, di un richiamo capace di ricevere isignificati di questa esperienza emozionale, favorendo l’elaborazione delle sensa-zioni corporali sino ad allora alienate, recuperando la funzione del pre-conscio indirezione del potenziale creativo. Le parole affiorate durante il percorso di Coun-seling con l’Esperienza Immaginativa di una donna migrante dai Paesi dell’Est,“bella e sola come una betulla”, “bella lo ero… sola lo sono”, trasmettono in una suggestivasintesi spazio-temporale dell’immagine il senso depressivo della privazione “sonoqua ma vorrei essere là”, espressione di una non integrazione rimando simbolico alreticolo di precedenti oggetti traumatici che il trattamento ha potuto evidenziare.
L’immigrazione in Italia ha raggiunto dimensioni e caratteri che ne fanno un elemento strutturale della società. Non è più un “fenomeno”, come spesso si con-tinua a definirla, dobbiamo invece abituarci a considerarla come il lato umanodella globalizzazione. I “nuovi cittadini” e le loro famiglie sono allora manifestazioni concrete di ter- mini spesso troppo astratti come mondialità, intercultura e globalizzazione; rap-presentando aspetti innovativi e qualificanti della nostra società. Grazieall’immigrazione, viviamo infatti una fase storica molto suggestiva, che coinvolge,sotto diverse peculiarità, i paesi di accoglienza, gli immigrati ed i paesi di origine. La mobilità umana, affrontata nei suoi molteplici aspetti, può diventare allora una leva di sviluppo umano ed economico. Pur essendo un fenomeno sociale ine-vitabile, non privo di alcuni contorni problematici, racchiude notevoli potenzialitàpositive che per essere al meglio sfruttate debbono basarsi sullo scambio di culturee la convivenza tra i popoli.
La storia del nostro Paese lo dimostra: al centro del Mediterraneo, culla delle civiltà, da sempre crocevia di popoli, non possiamo non ricordare gli scambi ed icommerci, i viaggi, le guerre e, soprattutto, le migrazioni e le contaminazioni chenei secoli hanno scandito la nostra storia e formato culture e tradizioni. Le mi-grazioni quindi sono alla base di tutte le culture mediterranee fin dall’antichità enon possiamo vedere la fase attuale come a se stante rispetto alla storia.
Gli immigrati rappresentano un ponte ed un banco di prova. Se si riuscirà in Italia e in Europa a dar vita ad una politica di integrazione, che faccia sì che i nuovivenuti vengano integrati in modo dignitoso, come componenti attivi ed importantidella società e dell’economia, questo potrà rappresentare un precedente che aiuteràl’avvicinamento tra culture.
Per questo occorrono politiche dell’immigrazione orientate all’accoglienza, più attente a gestire un fenomeno di massa e strutturale che a contenerlo, affiancateda iniziative per favorire l’integrazione.
È importante che la società di accoglienza non abbia la presunzione di imporre le sue scelte opzionali a chi non le condivide ma solo le sue fondamentali regole Migranti: transculturalità ed Esperienza Immaginativa di convivenza, così come gli immigrati non devono concepirsi come gli esportatoridi un modello destinato a soppiantare quello che li accoglie.
Da qui l’invito di Papa Benedetto XVI alle comunità cristiane di riservare “una particolare attenzione per i lavoratori migranti e le loro famiglie, attraverso l’accompagnamentodella preghiera, della solidarietà e della carità cristiana; la valorizzazione di ciò che reciproca-mente arricchisce, come pure la promozione di nuove progettualità politiche, economiche e sociali,che favoriscano il rispetto della dignità di ogni persona umana, la tutela della famiglia, l’accessoad una dignitosa sistemazione, al lavoro e all’assistenza”.

Source: http://www.sispi.eu/_pubblicazioni/preliminari(I-X).pdf

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Naltrexone and Alcoholism Treatment Multiple Choice 1. Executive Summary and Recommendations Naltrexone has been approved as an adjunct to psychosocial treatment and should not be seen as a replacement for psychoso 2. Patients requiring narcotic analgesia are suitable candidates for naltrexone treatment. 3. Naltrexone interferes with nonopiod pain medications such as as ibuprofen

Sixth national consultancy congress on “global partnering in consultancy”

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